È uscito questo mese Le Promesse del Mondo, nuovo lavoro di Flavio Giurato, uno dei più bravi cantautori italiani del nostro tempo. La sua carriera, iniziata negli anni Settanta, ha all’attivo sei album di struggente bellezza. Il suo secondo disco, Il Tuffatore, fu notato da pochissimi. Eppure, a distanza di anni, critici e pubblico avrebbero sentenziato che l’82 fu l’anno di uno dei più bei dischi di cantautorato italiano mai scritti.
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Classe 1949, figlio di un diplomatico e fratello del famoso giornalista Rai Luca e del direttore della fotografia Blasco, Flavio Giurato per tanto tempo è rimasto un mistero, una cosa per pochi anche quando la sua carriera è proseguita con Marco Polo, altro disco senza tempo che racchiudeva gemme preziose come Le funi o Marco e Monica. Evidentemente il pubblico chiedeva altro. Erano i primi anni Ottanta; la generazione romana del Folkstudio tra cui Antonello Venditti e Francesco De Gregori stavano diventato cosa pop e Bollicine di Vasco Rossi entrava in classifica trainato dalla sanremese Vita spericolata. Era questo che la gente voleva e il cantautore romano risultò troppo complicato per i gusti degli italiani. Seguì un silenzio lungo ben ventitre anni. Flavio si è dedicato ad altro come la regia televisiva ma non ha mai smesso di comporre canzoni. Il ritorno alla musica fu nel 2007 con Il manuale del cantautore. Poi però improvvisamente il nulla per altri otto anni, fino al ritorno nel 2013 con il suo lavoro forse meno fruibile La scomparsa di majorana. Sono seguiti tour e un’interesse crescente confermato anche adesso con l’uscita di Le Promesse del Mondo.
Quando ha deciso che avrebbe fatto il cantautore?
L’ho capito a Londra mentre stavo in uno studio di registrazione nel quartiere di Tottenham. Uno studio molto semplice ma molto accogliente dove ho registrato i miei primi demo che mandavo poi alla Ricordi, casa discografica a cui ero molto legato per questioni famigliari perchè mio nonno, regista teatrale, scriveva per loro i libretti di Puccini. In quel periodo, si parla del ’78, facevo il musicista nella metropolitana, ero un busker (ride). Con la Ricordi ho registrato il mio primo disco e sempre con loro ho fatto anche uno dei primi video della storia della musica italiana con la regia del grande Giulio Questi. Poi sono rientrato in Italia e ho prodotto gli altri dischi.
A quale disco è più affezionato?
Direi Marco Polo. È stato un disco fatto in sedici giorni, registrato tra Londra, Roma e Milano con musicisti straordinari come Piero Tievoli, Toto Torquati e Ray Cooper. Volevo raccontare la civiltà che va in Oriente attraverso l’esperienza di un personaggio così importante. Alla fine eravamo tutti molto soddisfatti del risultato. Però non posso dirti di preferire un disco rispetto ad un’altro. Io ho pubblicato poco nel corso della mia carriera e ho sempre cercato di fare cose piuttosto diverse, quindi per me sono tutti molto importanti perchè diluiti nel tempo rispecchiano tutti una diversa fase della mia vita di musicista.
Le Promesse del MondoAlti da Morbido Pelle Modello Allacciare Handmade Stivali Uomo Vacchetta Blu Italiano Pelle in Salut pRRFtqzw è un concept album sul fenomeno migratorio, una tematica molto attuale. Cosa l’ha spinto a fare un disco su questo problema così antico ma anche così attuale?
Volevo fortemente affrontare questo argomento perchè credo appartenga a tutti noi. Il disco ha come tema tutte le migrazioni nel mondo non solo quello che riguardo l’Italia. In ogni pezzo racconto tanti tipi di esperienze migratorie compresa la mia quando da ragazzino decisi di andare in Argentina.
Dopo Marco Polo lei si è fermato per 23 anni. Perché questa lunga pausa?
Semplicemente mi sono messo a fare altro. Ho cominciato a lavorare in Rai diventando regista televisivo dove ho firmato tanti programmi. In seguito ho fondato RaiSat con cui ho condiviso un periodo molto importate della mia vita. Insomma ho voluto semplicemente staccare e dedicarmi ad altro.
Lo sa di essere considerato un punto di riferimento per le nuove generazioni di cantautori?
Se sono un punto di riferimento per i giovanili lo vorrei essere per quando riguarda la coerenza. Ho sempre cercato di mantenere la mia qualità artistica cercando di non scendere mai a troppi compromessi.
C’e qualcuno che le piace in particolare tra questi nuovi cantautori?
Mi piacciono molto due cantautori catanesi, Mapuche e Claudio Palumbo. Anche Lucio Corsi mi sembra molto bravo. E poi ricambio la stima per Brunori e Vasco Brondi. Però apprezzo tutti soprattutto i musicisti che vanno a Sanremo perché dimostrano di avere un gran coraggio. Salire su quel palco non è facile.
Lei non immagina di partecipare al festival di Sanremo, in futuro?
Mi piacerebbe molto dirigere l’orchestra (ride). È sempre stato uno dei sogni della mia vita. E quando vedevo il maestro Willy Brezza dirigere con quelle giacche così assurdamente belle ero affascinatissimo!
Quali sono i suoi punti di riferimento nella musica?
Sicuramente Puccini grazie a mio nonno che lo ha portato tante a teatro. Assistendo ai suoi spettacoli ho scoperto da ragazzino cos’era la composizione. Poi direi i Beatles come tutti i cantautori della mia generazione. Un disco a cui sono molto legato è Madman Across the Water di Elton John, un capolavoro! Che arrangiamenti meravigliosi! Quando ho iniziato a fare musica avevo l’ambizione di fare un disco più bello di quello di Elton John (ride). Poi sicuramente Modugno, ma anche Gaber, Leonard Cohen, Tenco. Studiavo continuamente i loro spartiti.
Lei è romano. È mai stato in contatto con il giro dei cantautori romani storici, quello di Venditti, De Gregori e Rino Gaetano? Il famoso gruppo del Folkstudio per intenderci..
Ho avuto modo di conoscerli occasionalmente ma non ho mai avuto dei rapporti di amicizia con loro. Gaetano lo incontravo alla RCA ma più spesso a Montesacro, il quartiere di Roma dove entrambi siamo cresciti. Al Folkstudio sinceramente non ci sono mai stato perchè era a Trastevere e sinceramente era troppo lontano (ride).
Com’è il rapporto con la sua città?
La adoro come sempre. Sono rimasto a vivere nel mio quartiere, Montesacro appunto. Vivo una situazione di privilegio perchè, sebbene abbia subito una violenta speculazione edilizia negli anni Cinquanta, è rimasto pieno di verde. Qui mi sento a casa e non potrei vivere altrove. A Roma è normale identificarsi e affezionarsi al proprio quartiere.
Ha alle spalle una lunga carriera come regista televisivo, ha mai pensato di firmare un film?
Veramente ho in progetto di fare un film (ride). Sarà uno spaghetti western atipico perchè ci sarà la presenza degli indiani. Se ci fai caso nei vecchi spaghetti western gli indiani non c’erano mai, perchè i soggetti erano molto difficili da trovare. E’ un progetto a cui sto lavorando da tempo e spero di completarlo il prima possibile.
Lei ha due fratelli piuttosto celebri, com’è il rapporto con loro?
Con Luca mi vedo spesso per vedere la Roma (ride). Direi che ho un ottimo rapporto sia con lui che con Blasco. Ci siamo sempre aiutati senza essere mai troppo invadenti nelle rispettive vite. Se con Luca condivido la passione calcistica con mia sorella invece condivido l’interesse per la cucina (ride di nuovo, ndr).
È appassionato di baseball. Da dove nasce questa passione?
Mi sono appassionato al baseball per la geometria del campo. Il campo da baseball non ha un asse di simmetria come tutti gli sport di squadra e il gioco potrebbe continuare all’infinito. Ho dei ricordi bellissimi legati alla mia vita da giocatore. Poi quando ho smesso sono diventato allenatore e ho allevato i ragazzi tra cui anche mio figlio.
Progetti futuri?
Farò un tour che inizierà il 12 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma e che mi vedrà impegnato per la prima volta nei teatri. Poi ho in cantiere un disco in inglese che si intitolerà Recent Happenings che sto preparando un gruppo di giovani e bravissimi musicisti con cui collaboro da tempo. Sarà il mio primo disco in inglese e spero che ne seguiranno altri.
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